Il traffico bot è il traffico di origine non umana verso un sito Web. Benché una parte del traffico bot in realtà apporti dei benefici, il traffico bot abusivo può essere estremamente deleterio.
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Per "traffico bot" si intende qualsiasi tipo di traffico non umano verso un sito Web o un'applicazione. Questa definizione spesso racchiude una connotazione negativa, ma in realtà questo tipo di traffico non è necessariamente benigno o malevolo, in quanto tutto dipende dalla finalità dei bot coinvolti.
Alcuni bot sono essenziali per il funzionamento di servizi utili, come i motori di ricerca e gli assistenti digitali (ad es. Siri, Alexa), e la maggior parte delle aziende accoglie senza problemi questi bot sui propri siti.
Altri bot possono essere dannosi, come ad esempio quelli utilizzati per finalità di credential stuffing, scraping di dati e per lanciare attacchi DDoS. Anche i bot più "cattivi" più benigni, come i crawler non autorizzati, possono costituire un problema, in quanto possono interrompere le analisi del sito e perpetrare frodi con i clic.
Si ritiene che oltre il 40% del traffico Internet sia costituito da traffico bot, e che una parte non trascurabile di questo traffico sia di natura dannosa. È per questo che così tante organizzazioni sono alla ricerca di modi per gestire il traffico bot che giunge sui loro siti.
I web engineer possono esaminare direttamente le richieste di rete dirette verso i loro siti e identificare così il probabile traffico bot. Anche un tool di analisi integrato, come Google Analytics o Heap, può contribuire a individuarlo.
Le seguenti anomalie analitiche sono i tratti distintivi del traffico bot:
Come accennato in precedenza, il traffico bot non autorizzato può impattare su metriche quali il numero di visualizzazioni della pagine, la durata media della sessione, la geolocalizzazione degli utenti e le conversioni. Questi scostamenti delle metriche possono causare una enorme frustrazione al proprietario del sito, in quanto è estremamente difficile misurarne le prestazioni quando viene inondato da bot. Anche i tentativi di miglioramento del sito, come il testing A/B e l'ottimizzazione del tasso di conversione vengono invalidati dal "rumore" statistico creato dai bot.
Google Analytics in realtà offre l'opzione di "escludere tutti gli hit effettuati da bot e spider conosciuti" (gli spider sono bot dei motori di ricerca che eseguono la scansione delle pagine Web). Se l'origine del traffico dei bot può essere identificata, gli utenti possono anche fornire un elenco specifico di IP che devono essere ignorati da Google Analytics.
Se da un lato queste misure impediranno ad alcuni bot di interrompere le rilevazioni analitiche, non saranno tuttavia in grado di fermarli tutti. Inoltre, la maggior parte dei bot dannosi persegue un obiettivo che va al di là dell'interruzione delle analisi del traffico, e questo tipo di misure, a parte preservare dati analitici, non fa nulla per mitigare l'attività nociva dei bot.
L'invio di enormi volumi di traffico bot è un metodo molto diffuso tra gli aggressori per lanciare degli attacchi DDoS. Nel corso di alcuni tipi di attacchi DDoS, infatti, viene indirizzato verso un sito Web un volume così elevato di traffico che il server di origine va in sovraccarico, e il sito diventa lento o del tutto indisponibile per gli utenti reali.
Alcuni siti Web possono finire paralizzati economicamente dal traffico bot dannoso, anche se le loro prestazioni rimangono impregiudicate. Sono particolarmente vulnerabili quei siti che fanno affidamento sulla pubblicità e quelli che vendono merci online con scorte di magazzino limitate.
Per i siti che pubblicano annunci, i bot che arrivano sul sito e fanno clic su vari elementi della pagina possono attivare falsi clic sugli annunci; questi clic sono noti come clic fraudolenti. Sebbene ciò possa inizialmente comportare un aumento delle entrate pubblicitarie, le reti pubblicitarie online sono molto brave a rilevare i clic dei bot. Se sospettano che un sito Web stia commettendo una frode sui clic, agiranno di solito vietando quel sito e il suo proprietario dalla loro rete. Per questo motivo, i proprietari di siti che ospitano annunci devono essere sempre cauti nei confronti delle frodi sui clic dei bot.
I siti con inventario limitato possono essere presi di mira dai bot accumulatori di inventario. Come suggerisce il nome, questi bot vanno sui siti di e-commerce e scaricano tonnellate di merce nei loro carrelli della spesa, rendendo quella merce non disponibile per l'acquisto da parte di acquirenti legittimi. In alcuni casi ciò può anche innescare inutili rifornimenti di inventario da parte di un fornitore o di un produttore. I bot accumulatori non effettuano acquisti, sono progettati esclusivamente per esaurire le merci disponibili per la vendita.
Il primo passo per fermare o gestire il traffico bot verso un sito Web è includere un file robots.txt. Questo è un file che fornisce istruzioni per i bot che eseguono la scansione della pagina e può essere configurato per impedire del tutto ai bot di visitare o interagire con una pagina Web. Ma va notato che solo i bot buoni rispetteranno le regole in robots.txt; il file non impedirà ai bot dannosi di eseguire la scansione di un sito Web.
Esistono svariati strumenti che possono contribuire a mitigare il traffico bot dannoso. Una soluzione a limitazione della frequenza è in grado di rilevare e impedire il traffico bot proveniente da un singolo indirizzo IP, anche se comunque ometterà di rilevare una parte consistente del traffico dannoso. Oltre alla limitazione della frequenza, un ingegnere di rete può esaminare il traffico di un sito e identificare richieste di rete sospette, stilando un elenco di indirizzi IP da bloccare con uno strumento di filtraggio come WAF. Si tratta di una procedura lunga e laboriosa, e comunque è in grado di filtrare solo una parte del traffico dannoso.
Al di là della limitazione della frequenza e dell'intervento diretto degli ingegneri di rete, il metodo più semplice ed efficace per arrestare il traffico bot è usando una soluzione di gestione dei bot. Una soluzione di questo genere è in grado di usare gli strumenti di Web intelligence e analisi comportamentale per fermare i bot dannosi prima ancora che raggiungano un sito Web. Ad esempio, Cloudflare Bot Management utilizza l'intelligence di milioni di proprietà Internet e applica il machine learning per identificare in modo proattivo e bloccare l'abuso di bot. La modalità Super Bot Fight, disponibile con i piani Pro e Business, offre alle organizzazioni più piccole visibilità e controllo simili sul loro traffico bot.
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